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giovedì 14 maggio 2015

Un ciclo di autoritratti




7 Giorni fà allo Specchio.
Una meditazione che ho amato e fatto speso è il fissarmi allo specchio (occhi negli occhi) Sette giorni fà ho deciso di farlo per ventuno giorni, ma questa volta disegnando un autoritratto, visto che sono in un periodo di passione per la ritrattistica. Le condizioni:
a) Tutti i giorni senza sgarrare a qualunque ora.
b) Pubblicarli sette giorni dopo per farmi la cronaca in seconda o terza persona.
c) Niente foto di supporto, solo io e lo specchio.
Ed ecco il primo, sebbene fatto a olio è monocromatico quindi consideriamolo disegno, è una versione di me poco rassomigliante ma animicamente concorde ai momenti di languidezza. Fatto di notte, vino abbondante, circondato di amici, mentre lo facevo parlavo di matematica e cosmo con un musicista. Infatti il risultato è ottocentesco-romantico. 





7 Giorni fà allo Specchio 2
Abbandonata ogni dolcezza mi concedo un autoritratto con luce dal basso, la più deformante e meno gentile. Ho visto allo specchio questa specie di "intellettuale di sinistra" psicopatico che mi fissava. Penna biro su cartoncino 29 x 21 cm



7 Giorni fà allo Specchio. Puntata 3
Proprio la domenica scorsa facevo questo disegno poco fortunato d'intento. Avevo deciso di non lottare più contro la stanchezza e concedermi di disegnare come un impiegato di un ufficio "neokafkiano" con un foglio da stampante A4 e una biro anonima. Così, senza pretese, come se quel giorno non avessi il capo ufficio sul collo e avesse riscoperto che con quei mezzi si poteva fare altro: Il risultato non poteva essere altro che un disegno scialbo, insipido, sprovveduto, domenicale, insomma coerente con l'intento. Curioso.
Lo intitolo autoritratto ufficioso




7 Giorni fà allo Specchio. Puntata 4
Dopo aver fatto il disegno pubblicato ieri mi sono detto: "su amico, un po' di sangue in vena, facciamo qualcosa di espressionista" e mi sono ridestato dopo aver finito questo disegno che alla faccia dell'espressionismo, è la cosa più istituzionale che abbia mai fatto. Mio malgrado, sono riuscito a mettere insieme la cartellonistica pubblicitaria targata USA degli anni cinquanta con il realismo socialista. Due tendenze che detesto.
Serio, leninista, intransigente quasi martire e carnefice, così etero, ma così etero da destare sospetti. Sara ha detto: "...ostentato" 
Tecnicamente è parecchio sempliciotto...Matita su cartoncino 30 x 23 cm



7 Giorni fa allo Specchio. Puntata 5
Finalmente un l'espressionismo mi si è concesso. Ero in una serata abbastanza difficile emotivamente e stanco oltre il solito limite. Ciò ha prodotto la dose di distacco necessaria per guardare quello lì allo specchio: gli occhi luciferini persi in qualche vicoletto animico poco raccomandabile, inamovibili nella loro inaffidabilità. Viso spigoloso e tuttavia sfuggente. Maglia alla marinara se non bastasse il resto. La pettinatura...lo so...perdo il controllo sui capelli in periodi come questi 
Vaghi riferimenti stilistici ai grandi maestri dell'espressionismo: Kirchner, Kollwitz...
Carboncino e gessetto bianco su carta da spolvero, 50 x 35 cm





7 Giorni fà allo Specchio. Puntata 6
Da parecchio tempo volevo fare un ritratto così e sette giorni fà sentivo in me le condizioni per riuscirci ed eccomi: palesemente ispirato ai miei amati muralisti messicani. I grandi Rivera e Orozco, che a loro volta amavano il primo rinascimento toscano. Fatto su carta da spolvero come se dovessi trasferislo sui muri.
In effetti è un autoritratto pieno d'ideali ma concreto, marxista direi. L'elemento animico qui e relegato, quasi negato da volonteroso spirito minuziosamente irretito in un corpo. Un'accordo saldo tra l'uomo creato dal fango e quello dall'evoluzione, evoluzione di Lamarck non di Darwin. Semplicità.
Carboncino cerato e gessetto su carta da spolvero. 35 x 24 cm



7 Giorni fà allo Specchio. Puntata 7
Trovai questo tipo che mi fissava allo specchio dalla più recondita alienazione.
E un autoritratto novecentesco fatto in uno stato quasi di trance agonistica tipica per l'appunto del nevrotico XX secolo "occidentale" Il mio viso ebbe la stessa sorte del tabacco: da pianta sacra e "inebriantemente" aromatica, a nemico abusato e abusante. Dipendenza. Per dirla con il grande Enrique Santos Discepolo e il suo tango "Cambalache":
...Ma che il secolo venti sia un dispiegamento 
di male insolente, nessuno lo può negare.
Viviamo sguazzando in una meringa
e in ugual fango tutti impastati...
Echi dei grandi Boccioni e Giacometti. 
Matita e grafite su cartoncino 48 X 33




7 Giorni fà allo Specchio. Puntata 8
Prima di ritrarmi ho tosato la cotonatura che si era impossessata della mia testa credendo mi facesse passare le idee malsane, il disegno prodotto subito dopo dimostra che sbagliavo. Volevo un ritorno all'ordine con un po' di classe, scegliendo come mezzo la china, il pennino e il pennello. Il risultato è fumettoso (fossi fumetto avrei gradito) e l'espressione più criminale che mai... ma lascio giudicare a chi guarda...in tanto un po' di pulizia non guasta. 
China su cartoncino. 48 x 33 cm



7 Giorni fà allo Specchio. Puntata 9
Ero a tavola con diversi amici intorno che discutevano di qualcosa mentre io mi disegnavo allo specchio. La luce era scarsa e tagliente, dopo più di quaranta minuti questo fu il risultato: naif o primitivo. Persino il sigaro con cui mi stavo ritraendo e allietando era solo un mozzicone quando arrivai a disegnarlo. Bene, credo di aver toccato il fondo. Sara ha detto: "si, è proprio primitivo"
Carboncino e gessetto su carta da spolvero. 50 x 35 cm



7 Giorni fa allo Specchio. Puntata 10
Presso dalla voglia di farmi un autoritratto di profilo, mi sono lanciato nell'impresa con due specchi, per ragioni di angolatura non sono riuscito a fare un profilo netto, sono infatti leggermente girato e in una posizione scomodissima per guardarmi. Avrei dovuto provare con tre specchi ma le condizioni non lo permettevano. Sara mi ha fatto notare che si nota lo sforzo che stavo facendo nel guardarmi dalla tensione del viso. Questo aspetto trovo sia una riuscita e lo esplorerò ulteriormente.
Matita si carta. 42 x 29 cm.



7 Giorni fa allo Specchio. Puntata 11
Proseguendo nella trovata del disegno pubblicato ieri (la tensione nel viso derivata dallo sforzo nel guardarmi da una posizione scomoda) sono tornato all'espressionismo. Con lo sforzo prolungato della posizione è naturale che ci arrivassi. Mentre lo facevo notavo anche che rassomigliava abbastanza nell'intento alle opere di Francesco del Cairo, pittore della seconda metà del 1600. Lo sfondo illuminato produce un contro luce calzante e la vicinanza allo specchio deforma il viso a dovere.
Matita e graffite su cartoncino. 42 x 29 cm



7 Giorni fà allo Specchio. Puntata 12
Qui do continuità all'osservazione del volto in sforzo. Ho scelto un'altra posizione in cui faticavo a guardarmi ed è venuto questo autoritratto che sembra un po' ispirato a Schielle (che in effetti si ritraeva in posi contorte) e rassomiglio un po' a Lomachenko o Klichko (due grandi pugili ukraini) 
Sara ha detto: "sembra che qualcuno si sia impossessato di te" Dunque ha ragione ma mi sto proprio divertendo.
Matita e grafite su cartoncino. 42 x 29 cm



7 Giorni fà allo Specchio. Puntata 13
Finalmente, al tredicesimo giorno riesco a farmi un autoritratto diurno. Di fronte alla finestra con lo specchio appoggiato a terra. Guardandomi vincente dall'alto al basso e facendo partecipare il tetto a travi come sfondo. Strano l'effetto che mi fa. Venere mangiava tre metri più in là, quando ho finito gliel'ho mostrato e mi ha detto "Nà" 
Matita e grafite su carta, 30 x 30 cm




7 Giorni fà allo Specchio. Puntata 14
Tornando sulla scia dell'autoritratto con sforzo rieccomi questa volta fischiando, e perso nella smorfia mi sono dimenticato della rassomiglianza. Mi sono ascoltato un concerto di Eduardo Aute con Silvio Rodriguez e fischiettavo quasi tutti i pezzi (che erano molto melodici) Poi vino, molto vino...
Matita e grafite su cartoncino, 40 x 35 cm



7 Giorni fà allo Specchio. Puntata 15
Dopo gli "sforzi" dei giorni scorsi, ho deciso di ritrarmi con tratto scorrevole e disinvolto, senza pianificare l'insieme ne proporzionare il tutto prima di procedere come vuole il mestiere. Insomma, senza dover sforzare neanche il collo nel tenermi la testa. Compare nel mio sproporzionato ritratto anche il compagno bicchiere, accanto a una porzione di corpo tagliato dal tavolo. 
Penna biro su carta, 30 x 30 cm



7 Giorni fà allo Specchio. Puntata 16
Mentre facevo il disegno pubblicato ieri, tutto disimpegnato e rilassato sono stato colpito a sorpresa da una sensazione stranissima mentre disegnavo la mano che disegnava a sua volta. Infatti Cornelis Escher sempre attento a questi fenomeni, aveva fatto un'incisione di due mani che si disegnavano a vicenda. Quindi ho fatto questo disegno-informativo, ovvero con la mano destra (quella con qui disegno e scrivo) disegnai la sinistra in riposo. Poi con la sinistra ho disegnato la destra in riposo. Quanto la sinistra sia appunto maldestra lo si vede persino nella firma e la data che sembra scritto da un bimbo piccolo, per non parlare della raffigurazione in sé...era anche la sera in cui si disputava il super match di pugilato Mayweather jr vs Pacquiao, forse anche questo ispirò il mio autoritratto delle mani.
matita su carta, 42 x 38 cm



7 Giorni fà allo Specchio. Puntata 17
Autoritratto in versione un po' Il Greco, a tratti tipo colpi d'ascia, includendo la mano sinistra, dai due disegni anteriori mi sono ricordato che la mano é parte costitutiva del ritratto quanto il viso. E poi Il Greco faceva sempre così. La barba mi si è infoltita dopo qualche giorno e questo rabbuia parecchio il volto.
Penna biro e pastello bianco su cartoncino grigio, 30 x 23





7 Giorni fà allo Specchio. Puntata 18
Ecco un autoritratto che non mi dispiace affatto. Un po' barocco o manierista. L'ho fatto in penombra e con voglia di disegnare. Carboncino a tre strati (cioè disegnavo e applicavo fissativo, poi disegnavo sopra ancora e fissativo, e poi ancora) ritoccato con pochi punti di tempera bianca e una certa profondità di campo è riuscita. Sara ha detto: "sembri molto più giovane" e sono d'accordo, ero così dieci anni fa.
Carboncino e tempera bianca su cartoncino griggio, 29,5 x 21 cm





7 Giorni fà allo Specchio. Puntata 19
Ecco il disegno più brutto che abbia fatto in vita mia. Lo pubblico solo perché mi sono promesso di fare un autoritratto al giorno(per ventuno di seguito) e pubblicarlo ma sembra il disegno di un aspirante a cartellonista pubblicitario nord americano degli anni cinquanta...una caduta da cui intendo vendicarmi. Meglio tacere ora.
Sara ha detto: "sei il cugino di Ken, il fidanzato di Barbie" Ha reso l'idea
Matita e grafite su cartoncino, 29 x 20 cm



7 Giorni fà allo Specchio. Puntata 20
Finalmente un autoritratto di cui mi sento soddisfatto, sia per il risultato tecnico che per l'aspetto che mette in luce, infatti l'unica via che riconosco attualmente come benefica per l'essere è quella in cui la congruenza impera, al di là del quieto vivere. Così intanto ci togliamo di mezzo sterili dibattiti tra "forma e sostanza" Dibattito peraltro che non sussiste. 
Dallo specchio mi fissava questo matto quasi degno dell'attenzione di Gericault, Soutine, Kokoschka, e sicuramente a loro debitore. Disegno romantico nel senso più esigente del termine: Sguardo indagatore che ha saputo rinunciare alla terra ferma della ragione illuminista e non accetta la gabbietta della soggettività. Pretende una scienza poggiata sulla coscienza umana. Una scienza che rischia, fatta da esseri che a forza di spirito navigano le acque abissali e torbide dell'anima alla ricerca della sorgente. Appunto romantica. Pretese eroiche
Carboncino, pastello e tempera bianca su cartoncino grigio, 29 x 20 cm





7 Giorni fà allo Specchio. Puntata 21 (ultima)
Con questo autoritratto quasi fiammingo chiudo il mio ciclo di meditazione "Lo straniero allo specchio. Non mi ero mai disegnato così tanto in vita mia. Questo ultimo è ispirato ai maestri fiamminghi e tedeschi, con un piede nell'ombra di Brughel e Durer, e un'altro in quella di Dix. Ho usato matite di tre durezze: H, HB e B7 e mine di tre diametri: 0,7 - 0,5 - 03 per differenziare lo spessore dei peli del viso dai capelli e contorni. Mi sono messo diverse ore a completarlo e sarebbe stato giusto dedicarci del tempo ancora ma...va bene così
Mentre lavoravo ho chiesto a Sara se mi rassomigliava. Guardò e rispose lapidaria: "si vede che lo hai fatto di giorno" poco dopo tornò spargendo fumo di erba dolce e aggiunse: "così non torni nelle tenebre"


Matite, mine, pastello e tempera bianca su cartoncino grigio, 29 x 20 cm





FINE  DEI  VENTUNO  GIORNI  DI  MEDITAZIONE  DAVANTI  ALLO  SPECCHIO




giovedì 23 aprile 2015

Genesi Pittorica 8


Un autoritratto un po' crudele, venuto in questo modo perché vi ho lavorato sempre dopo aver lavorato tutto il giorno ad altro e quindi, stanco e solo con i colori che mi avanzavano dai quadri fatti prima, questa è una modalità di lavoro che mi piace per via delle condizioni specifiche che impone.
Trovate soltanto una foto di genesi del quadro perché è stato fatto soltanto in queste due sedute senza disegno previo.

Autoritratto un po crudele. Olio su tela, 36 x 25 cm.



Prima fase:

domenica 19 aprile 2015

Genesi Pittorica 7


Come accennavo in precedenza, avendo ripreso a lavorare sui ritratti, inizio a fare alcune copie di classici che mi destano interesse. Qui una copia del ritratto di Ambroise Vollard, eseguito da Pablo Picasso. Un'opera maestra che ho sempre amato e che ritengo uno dei più grandi ritratti del secolo scorso. Un quadro che racchiude lo spirito razionale e selvaggio del novecento. Come al solito seguono dettagli e fasi dell' esecuzione

Copia del ritratto di Ambroise Vollard, Pablo Picasso 1909-1910 (olio su tela 92 x 65)


 Dettagli



Fasi di elaborazione ( a ritroso fino al disegno sulla tela)









mercoledì 14 gennaio 2015

Vecchi Ritratti

In questo periodo sto riprendendo con i ritratti e per cominciare ho iniziato qualche copia di capolavori di questo genere, un paio di autoritratti e qualche ritratto di dimensioni medie, dal momento che tutto è ancora in alto mare, vi lascio con alcuni ritratti realizzati a Cuba giusto nel periodo in cui lasciavo l'Accademia d'arte.Ho recuperato alcune fotografie e mi sembra giusto pubblicarle come la mie prime lontane incursioni nel genere.

Ritratto di Margarita (olio su cartone montato su tavola 85 x 75 cm) Fatto con lo stesso impianto armonico del ritratto del postino Roulin di Van Gogh, che avevo copiato appena un mese prima: Verde smeraldo, giallo ocra e cromo medio, blu oltremare e rosso vermiglione:


 Particolare:



Ritratto di Margarita II (olio su tela 100 x 50 cm)



Ritratto maschile di schiena (olio su tela 110 x 55 cm)


Ritratto femminile (matita e matita bianca su carta)



Ritratti di Blondi (carboncino e matita bianca su carta)




lunedì 3 novembre 2014

Dalla reliquia al gabinetto anatomico. Genesi scultorica 7



Il fascino dimostrativo che hanno in comune le reliquie delle chiese e le teche dei musei 
o collezioni accademiche, ha reso quasi indolore il passaggio "dal confessionale allo psicanalista"
.
Quasi, perché resta l'alienazione dalle premesse legate al contenuto che quei reperti siano
effettivamente di... che effettivamente visse là... compì ciò... che è in relazione a...  etc. Queste 
non sono domande di uno scettico ma un tentativo di restare decente; a chi abbia dei dubbi 
consiglio  un giretto al museo Cesare Lombroso di Torino dove troverà argomentazione, o pensi a tutti
i frammenti di autentica croce di Cristo dove l'argomentazione non la troverà, bensi legno 
abbastanza da costruire un palazzo. In entrambe le tradizioni, il tutto accade rigorosamente ai danni
degli individui sociali. 

La procedura che impiego nel ragionare questo lavoro non è affatto nuova, fa capo direttamente 

all'opera del Marchese di Sade e le sue tecniche e circostanze di argomentazione illuministiche,
di riproduzione del piacere e il dolore all'infinito, dell'inutilità dell'argomentazione comunque 
puntualmente propinata, del rapporto inscindibile tra discorso e potere e infine la sua visione 
del mondo che fa impallidire il più spinto dei cospirazionisti contemporanei. Visione che per 
l'appunto, utilizza la sintassi sia della reliquia che della teca da museo. Si potrebbe andare 
avanti a illustrare in parole ciò che intendo, ma qui mi fermo e passo il testimone alle opere.

Si tratta di tre teche interamente costruite da me e invecchiate con interventi che altrove servono

a restaurare, contenenti materiali vari ma fondamentalmente pezzi miei in terracotta. Sono solo l'inizio 
di una lunga serie di lavori ancora da realizzare. Espongo prima i tre lavori e poi le fasi di realizzazione
di tutte e tre insieme, poiché è così che sono nate. Buona visione!


Ecco la prima: 

 “A  Cesare Lombroso con amore et letizia et eleganza. Santa Lucia”  (teca di legno, terracotta e materiali misti. 27x20 cm)






Dettagli:





La seconda:
“Origine, parabola e declino di Santa Lucia” (Teca di legno, terracotta e materiali misti. 82x35 cm)





Dettagli:










La terza:
“Eva sbagliata” (teca di legno, terracotta e materiali misti. 29x15 cm)




Dettagli:





Ora alcune immagini della genesi dei lavori (tutti e tre insieme) per fasi andando a ritroso fino ai bozzetti:














domenica 2 novembre 2014

ANATOMIA DEL BOUDOIR. Mostra personale di Armando Prieto Perez.





ANATOMIA DEL BOUDOIR
a cura di Maria Chiara Piraccini

Madre, Sorella, Compagna, Figlia.
Eva, Venere, Santa Lucia. Madonne,Vergini e Sante (in pelliccia).

L’indagine meticolosa, sognante, devota, allucinatoria: anatomia di Donna.

Il boudoir, luogo intimo e protetto, sensuale: dimensione privata in cui rincorrere l’immaginazione che si spinge verso la vertigine. Il naturalismo inghiottito in una dimensione metafisica e straniante, dove lo sguardo si rivolge all’interno, contemplando visioni mistiche o stridenti.

Visioni di mani e di occhi, occhi che toccano, mani che vedono: in una realtà che dissolve le sue briglie, moltiplica il raggio delle possibilità, degli angoli di osservazione, nell’indagine.

Frammenti di Donna isolati, osservati al microscopio, come creature misteriose.
Corpi di Donna spiati nei momenti di dolcezza e abbandono, assaporando il contatto con il loro mistero.

L’indagine prosegue.
Un’investigazione ininterrotta attraverso l’anatomia di un corpo sensuale, scomposto in frammenti e poi ricostruito, vagliato nelle proporzioni, per poterne forse carpire il segreto, ricreandola come bambola di Donna, suo simulacro.

Il determinismo lombrosiano lentamente si trasfigura: lascia spazio alla contemplazione di epifanie, che affiorano, si manifestano spontanee, a volte affacciandosi attraverso uno specchio, a volte nel dormiveglia di sogni affannati.

E ancora: la contemplazione si trasforma in preghiera, grata, per un voto che si compie e viene offerto come un inno alla vita.

Madre, Sorella, Compagna, Figlia.
Eva, Venere, Santa Lucia. Madonne,Vergini e Sante (in pelliccia): tante sfaccettature di Donna che si offrono allo sguardo senza mai rivelare il proprio segreto.

E l’indagine era solo un pretesto.

Maria Chiara Piraccini